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Il Comune di Chiampo: brevi cenni e storia
Chiampo è un comune del vicentino che conta oltre 12.000 abitanti.
Il comune di Chiampo è situato nella zona mediana della Valle del Chiampo.
La valle è delimitata a ovest dalla Val d'Alpone, a nord e ad est dal fiume Agno, prima di aprirsi a sud in vasta pianura che collega Verona e Vicenza presso Montebello.
Il torrente Chiampo, omonimo del paese, scorre attraverso il territorio comunale ed è affluente del torrente Alpone (e del fiume Adige), nel quale s'immette nei pressi di San Bonifacio, in provincia di Verona.
Si possono individuare due differenti zone del comune: la zona montana, a contatto con il sistema dei Lessini, scarsamente popolata e sfruttata dall'uomo; il fondovalle, molto più popolato e ricco di attività agricole, industriali ed economiche.
Il comune di Chiampo ha molti comuni limitrofi: confina ad ovest e nord-ovest con i comuni di San Giovanni Ilarione e Vestenanova (entrambi in provincia di Verona), a nord con i comuni di Nogarole Vicentino e San Pietro Mussolino e ad est e a sud con i comuni di Arzignano e Roncà.
L’origine del nucleo insediativo di Chiampo, che apre la valle sviluppandosi lungo il bacino dell’o omonimo fiume, si perde nel tempo.
Il nome del paese ricorda filologicamente “Campus” cioè pianura o campo coltivato. Alcuni studiosi ritengono possa essere di origine gotica, derivazione di Klam-po ossia piccolo Po (villaggio situato sulle sponde del torrente che offre simili caratteristiche di fertilità). O ancora si pensa derivi da Klam-positus, posto in luogo nascosto fra boscaglie e piccole valli.
Prima ancora, esistono attestazioni di origine romana incise sul noto marmo di Chiampo. L’insediamento romano andò quindi a combinarsi con l’infiltrazione gotica del V secolo. Prima dei Goti, furono i Longobardi a mettere piede in suolo Chiampese, lasciando tracce indelebili, soprattutto nel culto.
La più antica attestazione di presenza Longobarda a Chiampo si trova in un documento del 15 febbraio 1020. In esso, si parla di un certo “Ammulbertus” che lasciò delle terre. Altro documento è del 1091 per una donazione fatta da Enrico IV a favore del monastero SS. Felice e Fortunato di Vicenza. Merita menzione a partire dal XII secolo, l’arrivo dei cimbri in Valchiampo, gruppi di coloni scesi spontaneamente o chiamati dalla Germania per dissodare le terre e disboscare le guizze (terreni boscosi di faggi). Il termine cimbro significa infatti “chi lavora il legno”.
Si arriva all’epoca dei comuni, in cui Chiampo si trovò sotto la tutela dei Veronesi e dei Padovani. Era l’epoca dei castelli e anche a Chiampo era presente un maniero nel colle della Vignaga. Se ne ritrovarono i resti delle fondamenta negli anni ’30. Se è sicura l’esistenza un tempo del castello sono discordanti le teorie della sua distruzione (forse nel 1513 quando gli eserciti veneziani e tedeschi saccheggiarono il paese oppure tardi dopo la guerra di Cambrai). Oggi del castello della Vignaga non esistono più tracce riscontrabili.
Nel periodo feudale Chiampo fu posseduta dai signori locali. Nel 1311 fu coinvolta nelle guerre tra Veronesi e Padovani. Nel 1338 il potere passò ai Visconti.
Nel 1404 Chiampo fu inclusa nella Repubblica Veneta. Il 22 maggio 1797 l’abdicazione dell’ultimo Doge di Venezia segnò la fine della Repubblica Veneta e il 29 maggio a Chiampo venne eretto l’albero della libertà, con una cerimonia pervasa di caldi sentimenti di “patriottismo”.
Nel 1798 però la Francia cedette i territori veneti in cambio della Lombardia all’Austria, che governò per 8 anni, contrassegnati da una grave crisi economica. Nel 1806 Napoleone aggregò il Veneto al nuovo Regno d’Italia fino al 1813 quando, sconfitto Napoleone a Lipsia, il Vicentino tornò agli austriaci e venne incluso nel regno Lombardo Veneto. Successivamente il movimento risorgimentale trovò, anche a Chiampo, ardenti patrioti quali Paolo Mistrorigo e Giacomo Zanella.
Con l’annessione all’Italia le condizioni economiche e sociali migliorarono, con lo sviluppo dell’industria del marmo, della lana e della seta. Nel 1903 arrivò la ferrovia e dopo la seconda guerra mondiale iniziò la grande crescita industriale con l’affermarsi dell’attività conciaria.
Le Bellezze di Chiampo:
Chiampo, antica cittadina già famosa in epoca romana grazie al suo prezioso “marmo”, si trova all’incirca a metà della Valle omonima.
Passeggiando nella nuova piazza, dedicata al celebre poeta Giacomo Zanella (che qui ebbe i natali) lo sguardo non può fare a meno di notare la grande colonna corinzia al centro della stessa: opera dei marmisti chiampesi, ricorda il grande cantiere degli anni ’70 del ‘900 ad Haifa, in Israele. A fianco, la più moderna installazione degli anni 2000 chiamata “Stonegate” rafforza l’idea che a Chiampo la lavorazione della pietra continua.
Il centro abitato mantiene il suo impianto medievale-rinascimentale testimoniato dai numerosi palazzi in stile; degne di nota sono le due Ville segnalate nelle guide “Villa Chiericati-Adami” in Via Canareggio e Villa “Avallone- Puglisi” lungo Via Giacomo Zanella, già “Via Nobile”.
Chi si trova in questa città non può fare a meno di visitare il verde polmone della Valle: il Santuario della Pieve. Costruito attorno alla Chiesetta dedicata a Maria, di origini longobarde, il complesso della Pieve si sviluppa con i suoi molteplici punti di interesse spirituali e culturali e da più di 150 anni si caratterizza per essere centro francescano.
La grotta di Lourdes, fedele copia di quella dei Pirenei, accoglie dal 1935 pellegrini da tutto il mondo; fu opera del Beato Claudio Granzotto, il “frate artista” che con le sue stesse mani la plasmò. Al Beato Claudio è inoltre dedicata la chiesa nuova, la cui copertura richiama la forma di una conchiglia, omaggio ai pellegrini e alla geologia del territorio. Imperdibili i suoi mosaici, opera di Padre Rupnik e della sua squadra di mosaicisti.
Dietro alla grotta si erge il Museo Francescano Padre Aurelio Menin, che con le sue dieci sezioni riesce ad accontentare grandi e piccini: dall’archeologia agli animali impagliati passando per le opere in gesso del Beato Claudio fino ai fossili. Un meraviglioso calco di t-rex accoglie i visitatori al piano superiore, creando stupore in tutti i bambini.
Lungo il Viale dei Cipressi, si trova l’entrata alla famosa Via Crucis, un percorso tra fede e botanica lungo mezzo chilometro che con le sue statue di bronzo a grandezza naturale accompagna il pellegrino lungo il percorso della via della croce.
Dalle molte colline che abbracciano il paese si può godere di uno splendido panorama, che nelle belle giornata di sole arriva fino ai padovani Colli Euganei. Oltre al belvedere, è possibile fermarsi nelle numerose aree picnic attrezzate e lasciare che la vista corra tra le mura di antiche chiesette.
La Pro Loco di Chiampo
La Pro Loco di Chiampo , per riscoprire le tradizioni ed i valori del mondo agricolo locale, ogni anno organizza le seguenti manifestazioni:
-nel mese di Giugno la "Mostra Provinciale delle Ciliegie" (giunta alla sua 60’ edizione) che è la celebrazione della “Durona”, varietà di ciliegia conosciuta anche come "L’Oro Rosso di Chiampo".
Nel mese di Novembre la festa della “Cincionela co’ la Rava” prodotto De. Co. Della vallata.
Nel mese di gennaio, in occasione del Carnevale e per continuare una tradizione che dura da diversi anni, si occupa della tradizionale sfilata dei "Carri Mascherati" per le vie del paese.
Mette inoltre in scena, fra novembre e marzo, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale, nell’ambito delle attività culturali e con lo spirito di valorizzare le proprie radici la "Rassegna Teatrale Dialettale" con compagnie amatoriali locali.
Chiampo e i suoi prodotti tipici
Ciliegia Durona De.Co.
Nella valle del Chiampo la coltivazione del ciliegio è attività documentata fin dall’epoca medievale, assurta a rilevanza commerciale attorno alla metà del Novecento, con specifico riferimento a una ‘durona’ di selezione locale, protagonista di una popolare Mostra delle Ciliegie fin dal 1961.
Si tratta di un frutto di pezzatura grossa, del peso di circa 7 grammi, di forma sferoidale, con peduncolo sottile di media lunghezza e buccia di colore rosso intenso. Molto resistente alle manipolazioni, la Durona di Chiampo ha polpa soda e poco aderente al nocciolo ed è di ottimo sapore.
Chiampo ospita tradizionalmente la Mostra Provinciale delle ciliegie. Un gruppo di esperti giudica le diverse varietà di ciliegie vicentine che, insieme alla “Durona” del Chiampo, si contendono il titolo di “migliore” per l’aspetto, la consistenza ed il gusto.
Cincionela co’ la Rava De.Co.
La cincionella è una prelibata salsiccia di carne di maiale mista a cime di rapa gialla, prodotta da più di cinquanta anni nella zona. Tradizione che è stata santificata dal riconoscimento del De.Co. che riconosce e valorizza l’origine territoriale di un determinato prodotto.
I macellai di Chiampo preparano con amore quest´insaccato, seguendo l´uso dei nonni che hanno preceduto e insegnato. La carne della cincionella viene dalla coscia, dalla goletta e lo scanello.
La rapa invece viene cotta e privata della pelle o buccia è tritata e amalgamata bene all´impasto.
Miele Val Chiampo De.Co.
Sulle colline della Valle del Chiampo non sono pochi i produttori che ogni anno con grande passione, costanza e pazienza curano decine di arnie, ricavando con il lavoro delle api diverse primizie, dal miele alla pappa reale, alla propoli e così via.
Un disciplinare approvato da tutti i Comuni della Valle del Chiampo fissa i parametri per la produzione di miele De.Co. d’acacia, di castagno, di ciliegio, di melata, millefiori e tarassaco, tutti ottenuti con arnie allevate sul territorio locale. Il disciplinare non consente manipolazioni, miscelazioni o qualsiasi altra lavorazione successiva alla smielatura, a garanzia di un prodotto naturale e di alto livello
Vino Durello De.Co.
La Durella, più comunemente nota come Durello, è un vitigno a uva bianca coltivato soprattutto nel Veneto, tra il Vicentino e il Veronese (Val d’Illasi, Val d’Alpone, Val del Chiampo, Val d’Agno, Val Leogra). Il nome (originariamente Duracina) deriva dal latino durus acinus, per la consistenza della buccia. Altri sinonimi fanno però riferimento al sapore aspro, “duro”, dei vini.
La Doc Lessini Durello che identifica gli spumanti prodotti nella Lessinia è relativamente recente, infatti risale al 1987. Eppure l’uva da cui si ottiene, la Durella, è la diretta erede della “Durasena”, citata fin dal 1292.
Il vino Durello, nei primi decenni di questo secolo si vinificava con macerazione delle parti solide e quindi oltre che acidulo, (aspro), si presentava, intensamente colorato e tannico (astringente).
Tale prodotto, alquanto rustico, si prestava molto bene, secondo la richiesta di quel tempo, di consumarsi allungato con acqua, oppure di utilizzarsi come vino da taglio, per aumentare il tenore acido di altri vini. Verso gli anni sessanta si passò decisamente alla vinificazione “in bianco”, ottenendo un prodotto-base molto gradevole ed ottimale per la preparazione dello spumante. Le prime aziende produttrici di “durello spumante” apparvero infatti verso la fine di questo decennio.
Nell’abbinamento con i cibi va tenuta presente la vitalità acidula del Durello che svela le sue potenzialità sia con piatti semplici come il tradizionale pan mojo e la trippa alla veneta, sia con piatti tipici come il baccalà alla vicentina.