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PRO LOCO

MONTORSO


Montorso Vic.no che un piccolo comune di circa 3500 abitanti che si trova lungo la valle del fiume Chiampo.
Villa da Porto-Barbaran è la più maestosa e imponente tra le ville possedute dai da Porto.

Collocata in una splendida scenografia, con alle spalle il colle Fratta che la ripara dai venti freddi del nord, è dotata di grandi spazi interni (salone, loggiato ionico, 7 grandi stanze al piano nobile più altre 4 al primo piano, cucina con volte a botte, due grandi cantine (forse magazzini) con soffitto ad arco. due scale a chiocciola per raggiungere i vari piani, un ballatoio che corre sopra il portale d’ingresso che collegava la parte est con la parte ovest) ed esterni (barchesse e torre colombara in buona parte crollate, 3 pozzi, un grande cortile, la mura di recinzione,terreni un tempo adibiti a giardino,  una cappella gentilizia già esistente nel Quattrocento e poi demolita nel 1942).

Era la residenza di campagna dei da Porto.
Nel Quattrocento  esistevano due case domenicali, poi inglobate in una prima villa, di cui resta il loggiato ionico cinquecentesco; nel 1662 ebbe inizio la costruzione dell’attuale villa, portata a termine nel 1724 (vedi iscrizione sopra il portale d’ingresso). Tra il 1813 (catasto napoleonico) e il 1832 (catasto austriaco) avvenne il crollo della parte ovest, probabilmente causato da un fulmine che provocò un devastante incendio.

Il sito è importante perché qui, a Montorso, probabilmente nel 1517, Luigi da Porto, nobile vicentino, capitano della Serenissima, letterato-storico-poeta-novelliere, durante il periodo di convalescenza, scrisse la “Historia novellamente  ritrovata di due nobili amanti , con la loro pietosa morte intervenuta nella città di Verona nel tempo del sig. Bartolomeo della Scala”, novella meglio conosciuta come “Romeo e Giulietta”, resa celebre dalla omonima tragedia di Shakespeare, ma la cui paternità Montorso rivendica con pieno diritto.

La Chiesetta di San Marcello è situata sopra il colle di Bellimadore. È un’antica chiesetta di confine, eretta dalla comunità nei secoli XIII-XIV, come descritto in un documento del 3 agosto 1225 nell’archivio d’Ognissanti. È costruita con materiale locale: sassi bianchi e neri basaltici con inserti in mattoni legati da malta di calce spenta e sabbia.  Molto semplice nella sua struttura, si richiama alle chiese costruite dopo il Mille con pianta rettangolare, tetto piuttosto basso, campaniletto a vela più recente, costruito su un altro più antico, di cui si nota la robusta base.

La porta arcata è quella originale ed è pure originale il foro a feritoia sotto il vertice degli spioventi. L’interno è ad una navata con soffitto a capriate lignee. Sullo sfondo si aprono due absidi, sostenute da massicci e tozzi pilastri che ospitano due altari. Sul muro che divide i due arconi appare murata una grande lapide, che ricorda evidentemente la dedica della chiesa, in buona parte illeggibile ad eccezione del nome del  Santo titolare,  il vescovo San Marcello, a cui è dedicato un altare; l’altro è dedicato a Sant’Anna.

La Pro Loco di Montorso nasce nel 1994 con l’obiettivo di promuovere e sviluppare iniziative nel settore sociale, del volontariato e della solidarietà, aiutandosi a favorire il raggiungimento degli obiettivi sociali, attraverso la partecipazione popolare.

Essa patrocina e coordina le molteplici iniziative (convegni, gite escursioni, spettacoli pubblici, festeggiamenti, manifestazioni culturali, sportive e creative, fiere e mostre) con lo scopo di attrarre l'attenzione della comunità, e rendere ancora più gradevole la vita del paese. In gennaio la Pro Loco segue la celebra manifestazione di “Se Brusà la Stria” in cui come da tradizione si brucia il falò con il fantoccio della befana per far portare via le sventure dell’anno appena terminato.

In seguito, svolge la Festa di San Biagio con la specialità di toro allo spiedo e composte, la De.Co. del comune di Montorso. Sempre in febbraio il coloratissimo carnevale. Nel periodo primaverile organizza spettacoli di teatro, il concerto presso la Villa da Porto dei “Fiati Polifonici e la festa dedicata alla terza età.     Nel periodo estivo la Pro Loco si dedica alla vita all’aperto proponendo Montorso Sport Day, Villa Da Porto Nights e la “Camminata sentiero natura”.

In luglio organizzano la Sagra a Ponte Cocco. In autunno propongono il Convegno del Paranormale, la Cena Medievale e il convegno medico. Per ottobre realizzano la Sagra del S. Rosario e spettacoli di teatro, l’immancabile festa di Halloween. Per concludere in dicembre con i mercatini di Natale.

LE COMPOSTE:

E’ un prodotto unico nel suo genere e caratteristico di Montorso.

E’ una “conserva” che si ricava dalle verze, ortaggio tipicamente invernale, con foglie grinzose, increspate e bollose. La preparazione richiede che le verze abbiano conosciuto i morsi del gelo, che ammorbidisce le foglie e concentra il sapore.

I cespi, liberati dalle parti più esterne, vengono tagliati a metà, sbollentati in una mistura di tre quarti d’acqua e una parte di “graspia” (è il vinello ottenuto lasciando macerare in acqua le vinacce).

Ben scolate e raffreddate, le verze vanno disposte in un  mastello di legno a strati, aggiungendo di volta in volta una manciata di sale grosso, con eventuale aggiunta di chiodi di garofano e spicchi d’aglio.

Si conclude con uno strato di foglie grandi, si versa graspia in modo da impregnare bene la verdura e coprirla in superficie.

Su tutto  si pone un coperchio di legno e un peso per mantenere la verdura sotto pressione. La fermentazione lattica che si sviluppa porta alla formazione di un acido che agisce da conservante.

Passati quaranta giorni, le composte possono essere estratte dal barile all’occasione, sciacquate velocemente, private del torsolo e delle parti dure,  tagliate a pezzi e lasciate rosolare a fuoco vivo  per alcuni minuti, dopo aver aggiunto un po’ d’olio, costine di maiale (o pancetta) e cipolla tritata finemente.

Poi si riduce il fuoco, si mettono sale e pepe e si cuoce con il tegame coperto a metà per un paio d’ore, bagnando con del brodo e rimestando spesso.

Si ottiene un contorno inconfondibile con una delicata nota acidula, ideale se accompagnato al cotechino

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