PRODOTTI TIPICI
Mostarda Vicentina
La mostarda è una salsa dolce piccante da abbinare ai lessi, ai dolci e che può essere impiegata nella preparazione di altri piatti come la pasta ripiena.
Alla base della mostarda ci sono il mosto, ossia il vino appena pigiato prima che cominci il processo di fermentazione, le mele cotogne, l’immancabile senape che conferisce quel pizzicore che rende la mostarda una conserva unica e ovviamente lo zucchero per la conservazione. Realizzata nel periodo della vendemmia la mostarda è pronta nel periodo tra novembre e dicembre, tanto più che diventa un piatto immancabile nelle nostre cene natalizie, quando accompagna il pandoro o il panettone. Essa viene, inoltre, arricchita con dei canditi che la rendono ancora più gustosa.
Tegolina Cornetta
Un prodotto particolare legato alla tradizione contadina. Un tempo questa leguminosa veniva seminata in seguito alla trebbiatura del granturco. Essa infatti cresce e da frutto tra agosto e settembre, talvolta anche fino ad ottobre. Ortaggio pregiato è ottimo quando accompagna l’arrosto di faraona. Per assaporarlo è necessario, dopo averlo pulito e mondato, lessarlo una 10 minuti. Successivamente si prepara un fondo d’olio e aglio e si versa la tegolina cornetta e la si lascia cuocere finché non lascia intravedere i semini che si trovano all’intero. A quel punto si aggiusta di sale e pepe e si aggiunge un po’ di prezzemolo.
Bondiola di Sant’Agata di Tezze di Arzignano
La “bondiola di Sant’Agata” il primo De.Co. di Arzignano. Un’eccellenza gastronomica della tradizione di Tezze. Sulla ricetta originale, tramandata dai norcini a inizio Novecento, vige il più stretto riserbo possiamo dire che contiene cotenna di maiale, lingua e guanciale oltre ad aromi naturali.
Cincionele co' la rava
La cincionella è una prelibata salsiccia di carne di maiale mista a cime di rapa gialla, prodotta da più di cinquanta anni nella zona. Inizialmente questa tradizione era legata all’aumentare il numero di salsicce prodotte, così da averne a disposizione per fronteggiare la fame, ma col passare degli anni si sono resi conto che questa preparazione rendeva le salsicce più delicate e profumate, regalandoci così oggi un prodotto particolarmente prelibato, che merita appunto una grande festa.
I macellai di Chiampo preparano con amore quest’insaccato, seguendo l’uso dei nonni che hanno preceduto e insegnato. La carne della cincionella viene dalla coscia, dalla goletta e lo scanello. La rapa invece viene cotta e privata della pelle o buccia è tritata e amalgamata bene all’impasto.
Mele Valchiampo De.Co.
Sulle colline della Valle del Chiampo non sono pochi i produttori che ogni anno con grande passione, costanza e pazienza curano decine di arnie, ricavando con il lavoro delle api diverse primizie, dal miele alla pappa reale, alla propoli e così via.
Un disciplinare approvato da tutti i Comuni della Valle del Chiampo fissa i parametri per la produzione di miele De.Co. d’acacia, di castagno, di ciliegio, di melata, millefiori e tarassaco, tutti ottenuti con arnie allevate sul territorio locale. Il disciplinare non consente manipolazioni, miscelazioni o qualsiasi altra lavorazione successiva alla smielatura, a garanzia di un prodotto naturale e di alto livello
Vino Durello De.Co
La Durella, più comunemente nota come Durello, è un vitigno a uva bianca coltivato soprattutto nel Veneto, tra il Vicentino e il Veronese (Val d’Illasi, Val d’Alpone, Val del Chiampo, Val d’Agno, Val Leogra). Il nome (originariamente Duracina) deriva dal latino durus acinus, per la consistenza della buccia. Altri sinonimi fanno però riferimento al sapore aspro, “duro”, dei vini.
La Doc Lessini Durello che identifica gli spumanti prodotti nella Lessinia è relativamente recente, infatti risale al 1987. Eppure, l’uva da cui si ottiene, la Durella, è la diretta erede della “Durasena”, citata fin dal 1292.
Il vino Durello, nei primi decenni di questo secolo si vinificava con macerazione delle parti solide e quindi oltre che acidulo, (aspro), si presentava, intensamente colorato e tannico (astringente).
Tale prodotto, alquanto rustico, si prestava molto bene, secondo la richiesta di quel tempo, di consumarsi allungato con acqua, oppure di utilizzarsi come vino da taglio, per aumentare il tenore acido di altri vini. Verso gli anni ’60 si passò decisamente alla vinificazione “in bianco”, ottenendo un prodotto-base molto gradevole ed ottimale per la preparazione dello spumante. Le prime aziende produttrici di “durello spumante” apparvero infatti verso la fine di questo decennio.
Nell’abbinamento con i cibi va tenuta presente la vitalità acidula del Durello che svela le sue potenzialità sia con piatti semplici come il tradizionale pan mojo e la trippa alla veneta, sia con piatti tipici come il baccalà alla vicentina.
Broccolo Fiolaro di Creazzo
Il broccolo fiolaro di Creazzo è una varietà di broccolo (famiglia delle Cruciferae o Brassicaceae) coltivata sulle colline che sorgono intorno a Creazzo in provincia di Vicenza.
Il nome deriva dalla presenza lungo il fusto di infiorescenze che in dialetto sono chiamate fioi ovvero figli. Il broccolo si raccoglie da novembre a febbraio. Ottimo quando preparato in tegli con un fondo ci cipolla dopo averlo pulito accuratamente, rimuovendo le parti più dure del gambo, e sbollentato per circa 8/10 minuti. È un alimento molto versatile che si adatta ad essere impiegato come contorno ma anche messo insieme ad altro, segnaliamo infatti il cotechino di Broccolo Fiolaro. Ottimo è inoltre sulla pizza.
Le Composte
E’ un prodotto unico nel suo genere e caratteristico di Montorso.
E’ una “conserva” che si ricava dalle verze, ortaggio tipicamente invernale, con foglie grinzose, increspate e bollose. La preparazione richiede che le verze abbiano conosciuto i morsi del gelo, che ammorbidisce le foglie e concentra il sapore. I cespi, liberati dalle parti più esterne, vengono tagliati a metà, sbollentati in una mistura di tre quarti d’acqua e una parte di “graspia” (è il vinello ottenuto lasciando macerare in acqua le vinacce). Ben scolate e raffreddate, le verze vanno disposte in un mastello di legno a strati, aggiungendo di volta in volta una manciata di sale grosso, con eventuale aggiunta di chiodi di garofano e spicchi d’aglio. Si conclude con uno strato di foglie grandi, si versa graspia in modo da impregnare bene la verdura e coprirla in superficie. Su tutto si pone un coperchio di legno e un peso per mantenere la verdura sotto pressione.
La fermentazione lattica che si sviluppa porta alla formazione di un acido che agisce da conservante. Passati quaranta giorni, le composte possono essere estratte dal barile all’occasione, sciacquate velocemente, private del torsolo e delle parti dure, tagliate a pezzi e lasciate rosolare a fuoco vivo per alcuni minuti, dopo aver aggiunto un po’ d’olio, costine di maiale (o pancetta) e cipolla tritata finemente. Poi si riduce il fuoco, si mettono sale e pepe e si cuoce con il tegame coperto a metà per un paio d’ore, bagnando con del brodo e rimestando spesso. Si ottiene un contorno inconfondibile con una delicata nota acidula, ideale se accompagnato al cotechino.
Ciliegia Durona De.Co.
Nella valle del Chiampo la coltivazione del ciliegio è attività documentata fin dall’epoca medievale, assurta a rilevanza commerciale attorno alla metà del Novecento, con specifico riferimento a una ‘durona’ di selezione locale, protagonista di una popolare Mostra delle Ciliegie fin dal 1961.
Si tratta di un frutto di pezzatura grossa, del peso di circa 7 grammi, di forma sferoidale, con peduncolo sottile di media lunghezza e buccia di colore rosso intenso. Molto resistente alle manipolazioni, la Durona di Chiampo ha polpa soda e poco aderente al nocciolo ed è di ottimo sapore.
Chiampo ospita tradizionalmente la Mostra Provinciale delle ciliegie. Un gruppo di esperti giudica le diverse varietà di ciliegie vicentine che, insieme alla “Durona” del Chiampo, si contendono il titolo di “migliore” per l’aspetto, la consistenza ed il gusto.
L’erba Maresina
Il termine “maresina- erba madre” – Nome botanico Partenio- erba selvatica che cresce spontaneamente e che presenta proprietà farmacologiche e culinarie. A Valdagno il suo nome è legato in primis alla tradizionale “fritola” che si produce in valle da oltre 150 anni. Si sono sperimentati interessanti impieghi in cucina come pizze, dolci, formaggi, marmellate, cracker, pane, primi piatti, gelati e aperitivi. Questa erba si caratterizza per il suo gusto, leggermente amaro, che conferisce alle pietanze.
Il Gobeto: il biscotto al vino Recioto
l Gobeto si presenta con forma semicircolare arrotondata, di colore nocciola tostata, di un profumo dolce marsalato, di un sapore delicato con retrogusto di "Vin Recioto". Per la produzione del biscotto il Gobeto di Zermeghedo De.Co. si utilizzano esclusivamente prodotti di provenienza locale. Questi ingredienti vengono sapientemente uniti per dare origine ad un biscotto croccante e leggero, ottimo come dessert.